Popolazione per classe di età al 1° gennaio. Valori percentuali
Fonte Istat – Rilevazione della popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile.
Nel grafico è rappresentata l’evoluzione della composizione percentuale per classe di età della popolazione nazionale dal 2011 al 2051: il numero dei giovani fino a 14 anni potrebbe ridursi a 7,9 milioni (dal 14,0 al 12,9 per cento dei residenti); la popolazione attiva contrarsi a 33,4 milioni entro il 2051 (dal 65,8 a 54,2 per cento) e quella degli over 64 salire a 20,3 milioni (da uno su cinque a uno su tre residenti nel 2050). Tali cambiamenti accentueranno ulteriormente lo squilibrio generazionale: l’indice di dipendenza degli anziani potrebbe raddoppiare (61 per cento) e l’indice di vecchiaia salire a 256 anziani ogni cento giovani.
Dal 2009 l’Italia presenta una dinamica naturale della popolazione negativa. L’analisi degli indicatori strutturali e di carico demografico conferma un quadro di forte invecchiamento della popolazione residente (nel 2009 le persone di 65 anni e più rappresentano il 20,2 per cento della popolazione, a fronte di una quota di persone in età attiva del 65,8 per cento); una crescita complessiva della popolazione del 5,7 per mille (si superano i 60 milioni di residenti solo grazie all’apporto della popolazione straniera); un livello di fecondità (numero medio di figli per donna pari a 1,41) che, seppur in ripresa dagli anni Novanta, ancora non consente di mantenere almeno costante la consistenza demografica.
L’Italia, secondo paese più anziano d’Europa (dopo la Germania), presenta un forte squilibrio generazionale: il rapporto di dipendenza strutturale tra le persone in età inattiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione che “teoricamente” si fa carico di sostenerle economicamente (15-64 anni) è passato dal 48 al 52 per cento in dieci anni, a causa del peso crescente delle persone anziane (da 27 ogni 100 in età attiva nel 2000 a 31 nel 2009).
In base alle recenti tendenze demografiche è possibile ipotizzare l’evoluzione delle diverse componenti, descrivendo uno scenario “verosimile” nell’arco dei prossimi 40 anni: si prevede che il numero medio di figli per donna possa crescere fino a 1,58 nel 2050 e la speranza di vita aumentare fino a raggiungere gli 84,5 anni per gli uomini e gli 89,5 per le donne.
In presenza di un allungamento della vita media, e nonostante un aumento del numero medio di figli per donna, la popolazione tenderà gradualmente a invecchiare, con una crescita della quota di anziani e una relativa riduzione della popolazione in età lavorativa.